I Comuni virtuosi e il Colibrì

di Valter Cassar

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800px-Archilochus-alexandri-002-editSi può intervenire nell’argomento “etica pubblica” di un paese in due modi: denunciando atteggiamenti contrari all’etica e così suscitare il disprezzo e la reazione della gente oppure pubblicizzando quelli positivi perché possano essere ripetuti e presi ad esempio suscitando emulazione.

Noi preferiamo agire seguendo il secondo sistema – ma non mancheremo di utilizzare anche il primo quando sarà necessario – pur consapevoli di scegliere il più difficile.

Più difficile perché, denunciare i comportamenti illeciti ci farebbe riempire pagine e pagine di magazine senza allontanarci dal nostro tavolo da lavoro, mentre cercare gli esempi da emulare può essere molto vicino alla più famosa ricerca dell’ago nel pagliaio.

Andremo allora a scovare quelli che metaforicamente assomigliano al Colibrì della vecchia leggenda africana.

Essa narra che il colibrì era l’unico essere vivente che durante un incendio nella sua foresta andava su e giù dal lago, riempiva il suo piccolo becco con una goccia d’acqua e la lanciava sul fuoco. Deriso dal leone e dagli altri animali della jungla che gridavano aiuto al fuoco al fuoco, il piccolo uccello rispose loro: “io faccio la mia parte”.

E veniamo al colibrì in questione.

76 Comuni di Italia fanno parte della “Associazione dei Comuni Virtuosi” che hanno come premessa allo statuto le seguenti significative parole:

“I Comuni che aderiscono all’Associazione ritengono che intervenire a difesa dell’ambiente e migliorare la qualità della vita, e tutelare  i Beni Comuni, intesi come beni naturali e relazionali indisponibili che  appartengono all’umanità, sia possibile e tale opportunità la vogliono vivere concretamente non più come uno slogan, consapevoli che la sfida di oggi è rappresentata dal passaggio dalla enunciazione di principi alla prassi quotidiana.”.

Le finalità statutarie riguardano in particolare una ottimale gestione del territorio, all’insegna del principio ispiratore del “no consumo di suolo”; ridurre l’impronta ecologica della macchina comunale attraverso misure ed interventi concreti ed efficienti (efficienza energetica, acquisti verdi, mense biologiche, etc.); ridurre l’inquinamento atmosferico promuovendo politiche e progetti concreti di mobilità sostenibile (car-sharing, bike-sharing, car-pooling, trasporto pubblico integrato, piedibus, scelta di carburanti alternativi al petrolio e meno inquinanti); promuovere una corretta gestione dei rifiuti, visti non più come un problema ma come risorsa; incentivare nuovi stili di vita negli Enti locali e nelle loro comunità.

Ogni Comune che si riconosce in queste finalità può chiedere di associarsi.

L’Associazione, inoltre, promuove, con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, il Premio nazionale dei Comuni Virtuosi, cui possono concorrere tutti gli enti locali che abbiano avviato politiche di sensibilizzazione e di sostegno alle buone pratiche locali.

Se andate a vedere l’elenco dei Comuni dell’Associazione, sono tutti … piccoli Colibrì … ma il finale della favola africana dice più o meno così:

… visto quello che faceva il Colibrì, un elefantino immerse la sua proboscide nel fiume e, dopo aver aspirato quanta più acqua possibile, la spruzzò su un cespuglio che stava ormai per essere divorato dal fuoco.

Anche un giovane pellicano, lasciati i suoi genitori al centro del fiume, si riempì il grande becco d’acqua e, preso il volo, la lasciò cadere come una cascata su di un albero minacciato dalle fiamme.

Contagiati da quegli esempi, tutti i cuccioli d’animale si prodigarono insieme per spegnere l’incendio che ormai aveva raggiunto le rive del fiume.

Dimenticando vecchi rancori e divisioni millenarie, il cucciolo del leone e dell’antilope, quello della scimmia e del leopardo, quello dell’aquila dal collo bianco e della lepre lottarono fianco a fianco per fermare la corsa del fuoco.

A quella vista gli adulti smisero di deriderli e, pieni di vergogna, incominciarono a dar manforte ai loro figli. Con l’arrivo di forze fresche, bene organizzate dal re leone, quando le ombre della sera calarono sulla savana, l’incendio poteva dirsi ormai domato.

Il leone chiamò il piccolo colibrì e gli disse: “Oggi abbiamo imparato che la cosa più importante non è essere grandi e forti ma pieni di coraggio e di generosità. Tu ci hai insegnato che anche una goccia d’acqua può essere importante e che insieme si può spegnere un grande incendio. D’ora in poi tu diventerai il simbolo del nostro impegno a costruire un mondo migliore, dove ci sia posto per tutti, la violenza sia bandita, la parola guerra cancellata, la morte per fame solo un brutto ricordo”.