Laboratorio per l’Etica Pubblica

di Rachele Schettini

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rissa_cameraLa rete di corruzioni e corruttele sembra, dalle notizie continue che i media rimbalzano, aver invaso tutto il Paese, senza scampo, sempre più radicata e pervasiva.

La cosa pubblica appare prevalentemente come oggetto di predazione da parte di chi ne può disporre o comunque dovrebbe rappresentarla.

Di conseguenza sfumano nel pensiero collettivo i reali significati di pubblico, rappresentanza, responsabilità, perché tali termini vengono automaticamente associati a malaffare e, nel migliore dei casi, a disinteresse, desiderio di potere, immobilismo.

E del bene comune, chi se ne ricorda?

Provate a chiederlo in giro, riceverete in risposta alzatine di spalle, sorrisi ironici e qualcuno, tra i più giovani, non ne conoscerà nemmeno l’intrinseco e profondo significato.

Siamo su un percorso senza uscita?

E’ questo solo il principale aspetto di un’era di decadenza morale, sociale, economica alla quale non possiamo sottrarci in virtù del vichiano meccanicismo storico dei corsi e ricorsi che inesorabilmente incombono sulle epoche?

Siamo fermamente convinti che lasciarsi sopraffare dagli eventi è sempre negativo, perché significa rinunciare e soccombere senza aver agito.

Laboratorio Etica PubblicaIl Laboratorio per l’Etica Pubblica è un progetto da tempo maturato all’interno di Europa2010 che trova il suo avvio con la nascita del Magazine dell’Associazione.

L’obiettivo è quello di offrire un contributo per avviare un percorso inverso, che porti alla costruzione di una coscienza etica collettiva, quale premessa indispensabile per lo sviluppo ed il benessere generale.

Come in tutte le costruzioni, occorre partire dal basso, dalle piccole cose, perché tante coscienze risvegliate e tanti esempi positivi possono poi avere la forza di arrivare a sciogliere i grumi che imbrigliano e bloccano i centri di potere, non solo politici ma anche burocratici, ostruendo il percorso anche a quanti hanno realmente buona volontà.

Il progetto del LabEP contiene pensiero ed azioni, perché l’uno rende efficaci le altre.

E’ quindi aperto a quanti vogliono offrire un contributo accademico per l’approfondimento e la divulgazione del pensiero sull’etica pubblica.

D’altra parte sarà avviata una ricerca sui casi di buone pratiche nella gestione della cosa pubblica, che saranno approfonditi e messi in evidenza anche per renderli centri di attrazione ed emulazione.

Importante è per noi raggiungere anche le generazioni più giovani, che simboleggiano il futuro e forse più disponibili e recettive per tali messaggi.

Il focus più profondo è alla fine poter dimostrare che c’è ancora qualche possibilità di coniugare l’ethos di Socrate, Platone ed Aristotele con la sfera pubblica di un Paese nel travagliato Terzo Millennio.