L’INPS contro i truffatori dell’aria

di Valter Cassar

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L’INPS (Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale), a seguito di segnalazioni e denunce, aveva chiesto quasi tre anni fa con una lettera al ministero degli Esteri, al ministero del Lavoro e all’Enac (Ente Nazionale dell’Aviazione Civile) di avviare controlli su un numero considerevole di piloti di aerei civili percettori del trattamento di cassa integrazione e contemporaneamente rioccupati in attività lavorative all’estero.

Questi piloti, in cassa integrazione in Italia, con un’indennità dell’Inps che oscillava tra i 3 mila e gli 11 mila euro mensili, lavoravano regolarmente all’estero per altre compagnie aeree percependo uno stipendio tra i 13 e i 15 mila euro: 36 piloti italiani sono stati denunciati dalla Guardia di Finanza di Roma nell’ambito di un’indagine che ha consentito di accertare una truffa allo Stato per 7,5 milioni. Per continuare a fruire degli ammortizzatori sociali, secondo l’accusa formulata dalla Guardia di finanza, i 36 piloti finiti sotto inchiesta, avrebbero “dimenticato” di comunicare il nuovo lavoro all’Inps o presentato false dichiarazioni in cui sostenevano di non avere altri rapporti di lavoro. Ma non solo, il contratto con le compagnie prevedeva anche una serie di benefit, come l’alloggio e la retta di iscrizione dei figli a scuola. L’Inps ha immediatamente sospeso le indennità ai piloti coinvolti nelle indagini e avviato le procedure per il recupero degli importi percepiti indebitamente. La Guardia di Finanza sta valutando complessivamente la posizione di circa un migliaio di persone.