Il terrorismo in nome dell’Islam
di Rachele Schettini *
A due giorni dal termine ultimo del ponte aereo messo in piedi dalle forze Nato per l’evacuazione dal territorio afghano dei cittadini in pericolo di ritorsioni da parte dei talebani, ritorna sul campo, minaccioso e temibile l’attacco terroristico siglato e rivendicato dall’Isis K.
La sicurezza che i talebani avevano garantito soprattutto ai loro interlocutori regionali si volatizza assieme alle urla , al dolore ed al sangue delle vittime afghane e statunitensi.
Il futuro governo dell’ Emirato dovrà fare i conti con una forza interna insidiosa, imprevedibile, intenzionata a trarre rinnovati vantaggi dal nuovo assetto interno al paese.
Perché anche gli appartenenti all’Isis K sono afghani, hanno con i talebani la comune matrice jihadista, il comune credo nell’infallibilità della Sharia,
Formato dalla scissione da una formazione terroristica, Tekrik-e Taliban, insediata nell’area di confine tra Pakistan e Aghanistan, l’Isis K affiliatosi al sedicente Califfato di Al Baghdadi nel 2014, ha raccolto negli anni dissidenti di Al Qaeda, talebani scontenti, uiguri, ceceni e per ultimo transfughi del Califfato sconfitto, soprattutto arabi e foreign fighter
Sempre in contrasto con i talebani sulle finalità della lotta armata, per questi ultimi tesa alla conquista del loro Paese, l’Afghanistan, l’Isis K condivide invece gli obiettivi internazionali di un Califfato esteso su tutte le terre islamiche. 1
La stessa K aggiunta alla loro sigla, sta a significate un primo nucleo di territorio, il Korasan, antica denominazione di una fascia di altipiano iranico lungo la linea di confine nord-orientale dell’Afghanistan che nel’epoca classica dell’Islam abbracciava anche territori oggi appartenenti ad Iran, Pakistan, Turkmenistan.
Quella pacificazione e sicurezza sbandierata al mondo dai talebani potrà essere ora garantita, mentre non solo nelle loro montagne e gole più aspre, ma anche nelle città affollate come Kabul, si annida un nemico in grado ancora di utilizzare l’essere umano come bomba deflagrante?
Un terrorista, quel kamikaze, noto ai talebani, che lo avevano liberato dalle carceri qualche giorno prima.
Giochi politici, in quel quadro centrasiatico sempre più complesso, che si intrecciano e vanno interpretati, ma si svolgono comunque arbitrariamente in nome dell’Islam, utilizzato come collante di aggregazione, attraverso una interpretazione del Libro sacro, il Corano, rispondente ai costumi e necessità di oltre mille anni fa che oggi le stesse guide spirituali islamiche respingono con forza.
Significativo al riguardo è il “Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune” voluto e sottoscritto ad Abu Dabi, nel febbraio 2019, da Papa Francesco e da Ahmad Al-Tayyb, Grande Imam di Al-Azhar, l’Università islamica più autorevole nell’interpretazione ed applicazione della Legge islamica.
Al centro del Documento, una ferma condanna del terrorismo e della violenza, soprattutto se rivestiti da motivazioni religiose.
*Presidente di Europa2010
1 All’epoca in cui tutto l’Islam era riunito sotto il Califfato, l’Emirato stava a rappresentare un territorio governato da un emiro, capo militare o principe.